venerdì 5 settembre 2014

Oggi visita al Caloggio.

Dopo un'estate che non è sembrata tale per le piogge, le temperature miti e i cieli scarsamente soleggiati ritroviamo un oasi molto verde.
Alcuni sentieri poco battuti sono quasi chiusi dalla vegetazione e le farnie, che due estati fa avevano sofferto per il caldo, si sono riprese e sono ora in gran salute.

Alcune pante tuttavia hanno sofferto. I ciliegi per esempio hanno perso molte foglie già da agosto. Probabilmente l'umidità ha favorito uina malattia fungina che produce questo effetto.  Non dovrebbe però avere conseguenze durature.

Stranamente alcune robinie, che da anni hanno colonizzato l'ex invaso, mostrano parecchio seccume. Probabilmente lì si è formato per qualche periodo un ristagno d'acqua che ha messo in sofferenza le radici.

Vediamo la situazione.

Via Caloggio


Nella siepe di carpino che costeggia la via caloggio ritroviamo un esemplare di bagolaro. Questa specie che sembrava scomparsa si è presentata spontaneamente con vari individui. 


Bacche di viburno pendono sul secondario
del Villoresi, ma anche altrove nell'oasi


il primo dei 4 olmi che che affiancano il ponticello
d'ingresso all'oasi ha perso molte foglie.

L'ingresso dell'oasi

Il Cavo Litta


Ci addentriamo nella zona recintata alla sinistra della via Caloggio.
 



Il guscio rotto di una nocciola nella corteccia di una robinia. L'autore è
un picchio che fissa così la nocciola prima di aprirla con il becco.
 
La foglia di un acero nato spontaneamente

Bacche di lantana

L'ex invaso



I nuovi rametti del ligustro nostrano sono eretti e ben sviluppati, mentre i
rametti più vecchi sono ricadenti e hanno le foglie più piccole. 

Il cavo Porro

Il cavo risulta abbastanza pieno anche nella parte a nord del ponticello
solitamente è asciutta.  

Un ramopicante alieno: il sicio (Sicyos angulatus), già visto lo scorso
anno nella tessa zona. Evidentemente non è stato debellato.

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