domenica 6 giugno 2021

Dopo cinque anni

 [Post in costruzione]

Il post precedente è stato pubblicato 5 anni fa. 

Oggi c'è stata una specie di rimpatriata per vecchi amici dell'oasi. C'erano anche altri che ci venivano per la prima volta, sia del WWF Insubria che semplici visitatori.  

Dopo una breve presentazione del Delegato dell WWF Lombardia Gianni Del Pero di un ciclo di visite organizzate dal WWF Insubria, di cui questa è la prima, illustrano l'oasi alcuni volontari storici che ne hanno seguito  l'evoluzione fin dalla sua nascita, provvedendo alla manutenzione. 

Si ricordano i motivi che nel 1993 spinsero un gruppo di volontari a creare l'oasi,  dove prima c'erano degli orti abusivi,  baracche di ogni genere e al centro di alberature degradate, un campo incolto di poco meno di un ettaro. Sembra che allora alcuni politici locali promettessero l'edificazione dell'area,  ritenendo inutile l'estensione del Parco delle Groane, a sud del canale scolmatore, fin quasi al cuore di Bollate. 

Ora il campo incolto, che fino a qualche anno fa veniva chiamato il rimboschimento, appare un bosco maturo, costituito esclusivamente da essenze autoctone e anche il resto dell'oasi è stato ampiamente rinaturalizzato, con ampia eradicazione delle essenze alloctone.  Le differenze si notano però ancora nel sottobosco perchè alcune specie nemorali non crescono ancora nel bosco nuovo, denotando che la formazione di humus, di cui necessitano, è ancora nella fase iniziale. 


In attesa degli ultimi iscritti davanti all'ingresso dell'oasi

 
Passato il ponticello iniziano le presentazioni

.

Un semplice foglio raccomanda ai visitatori un comportamento
che contribuisca alla buona conservazione dell'oasi  


Un grosso nido, proprio sopra il sentiero, richiama l'attenzione
dei visitatori. Qui gli uccelli vivono e nidificano indisturbati.


Uno dei gamberi che infestano le zone umide dell'oasi

Un grosso calabrone si aggira su una Alliaria petiolata: si tratta
di una regina, come si deduce dalla sue dimensioni e come ci ha
confermato su Forum Natura Mediterraneo Gomphus (Maurizio
Pavesi del Museo di storia naturale di Milano) che ringraziamo.

Nell'oasi non mancano covatoi artificiali per uccelli. Questo è
ricavato da una tazza da te, come pare che si usi in Inghilterra.

Uno strano fungo giallastro è una new entry
fra le specie dell'oasi

sabato 27 febbraio 2016

Scille e campanellini

Scille e campanellini segnano questa strana stagione di quasi primavera.
Se il clima fa presagire la primavera nel bosco non si vedono segni di risveglio vegetativo anticipato.
Anzi forse il lungo periodo asciutto ha frenato alcune fioriture delle nemorali. Anche gli alberi non si scompongono più di tanto per la temperatura mite. L'inverno non è ancora finito.       


La Scilla bifolia è un po' una sorpresa. Scarsa lungo la via Caloggio, abbonda nel bosco appena sfoltito e ripiantumato fra la stessa via e il Cavo Litta. Il terreno qui è ottenuto per riporto dell'antico scavo della risorgiva e di fatti è rialzato in modo irregolare.

Le scille sono rade me ben distribuite ovunque

Una scilla quasi bianca
Nella stessa zona un piccolo gruppo di campanellini invernali, mai notato prima.

Campanellini isolati sul fianco sinistro del Cavo Litta.
Gruppi più consistenti sono presenti da anni sulla riva destra

Tentiamo di percorre il solito transetto... all'inizio della via Caloggio osserviamo uno storace, unico esemplare di tutta la zona.

Lo storace (Liquidambar styraciflua) si riconosce da
lontano per le infruttescenze simili a quelle del platano

Fra la via Caloggio e la risorgiva è stata liberata una fascia
di bosco dalle robinie e sono stati piantati nuovi alberelli

Sulle destra un bell'agrifoglio (Ilex aquifolium) finalmente
si slancialibero verso il cielo. Prima era sovrastato da
una robinia

Le ginestre sul bordo del canale secondario sono quasi tutte
morte. Sulla destra noccioli in fiore, come tutti quelli dell'oasi.  
Ci sono visite, sempre gradite. Il transetto sarà percorso una prossima volta. Andiamo a cercare i bucaneve che sono in fiore al centro del bosco vecchio. Sono divisi in due gruppetti, per un totale di 9 piantine.




Più tardi ci dedichiamo ad esplorare la zona fra il sentiero di fronte al ponticello e la riva del Nirone. Qualche anno fa era un prato boscato, ora è una selva quasi impenetrabile.

Ai piedi di un albero un bel cespuglio di pungitopo. Tempo fa era comparso un
nuovo esemplare della specie, che non è stato possibile ritrovare
Ontano (Alnus glutinosa)

Con sospesa troviamo un cespuglio di rose (Rosa sp.), probabile residuo degli orti che si
trovavano qui oltre 20 anni fa. La pianta ben soleggiata ha emesso nuove foglie

In questa zona molti narcisi di origine ornamentale (Narcissus sp.) si accingono
a fiorire. Anche questi sono ereditati dai vecchi orti

Diversi qui gli alberi schiantati. Questo è riverso sul Nirone

Una cavità potrebbe essere la tana di qualche animaletto.
A sinistra nella foto il guscio rotto di un uovo

  
Sul sentiero davanti al ponticello...


Ranuncoli favagelli (Ranunculus ficaria) sui fianchi del sentiero

Prima di lasciare l'oasi uno sguardo alla principale popolazione di campanellini invernali, vanto dell'oasi, in questi giorni nel pieno della fioritura. La zona fiorita è ridotta rispetto agli anni scorsi. La scarsità di precipitazioni che ha caratterizzato finora l'inverno potrebbe spiegare questa regressione.

Tappeto bianco di campanellini (Leucojum vernum)
Cliccare per ingrandire
Mentre ce ne andiamo ci svolazza davanti una farfalla gialla, una cedronella, che rincorriamo inutilmente. In compenso si posa sulla reticella di uno shelter una farfalla marroncina, forse una Poligonia C-album (in attesa di conferma)


lunedì 15 febbraio 2016

Prossimo 21/02 al Caloggio


Domenica 21 febbraio seconda giornata di lavoro del 2016 nell'oasi del Caloggio. Il ritrovo è alle 9,30 al mattino e alle 14 del pomeriggio!

Sarà anche una bella occasione per una passeggiata per ammirare le belle fioriture dei bucaneve, Vi accompagneremo volentieri!

Dalla pagina FB:   https://www.facebook.com/oasicaloggio

domenica 31 gennaio 2016

Uno strano gennaio


Oggi è l'ultimo dei giorni della merla, ma la temperatura raggiunge i 14° C, infrangendo la tradizione che vorrebbe questo il perido più freddo dell'anno. C'è poco da stare allegri però, quanto meno per l'inquinamento dell'aria.

Il ciclo della vegetazione appare ancora nella quiescenza invernale, frenato forse dalla prolungata la siccità. Sono fioriti rari bucaneve e qualche esemplare di altra specie, probabilmente non autoctona.  Fra gli alberi i noccioli hanno cominciano a fiorire.
 

Poche piantine di bucaneve (Galanthus nivalis) sono nel bosco vecchio. Di anno in anno sembrano aumentare.

La zona delle risorgive - il Cavo Litta


Ci accoglie qui un getto di campanellino appena spuntanto. Per ora è l'unico. Fra la via Caloggio e il Cavo Litta il Parco delle Groane ha eliminato molte robinie e ha piantato: farnie, ontani, frassini e ciliegi selvatici.
I volontari provvedono ad eliminare vari rifiuti.


Sono stati tagliati gli alberi prospicienti la via Caloggio,
più che quelli a ridosso della risorgiva

Un tratto delle nuova piantumazione

Il cavo Litta è rifornito d'acqua dal secondario del Villoresi

Il canaletto che immette l'acqua nel cavo Litta

Una robinia riversa sull'argine.  Nell'acqua si aggira una
coppia di germani, che non ama fari fotografare
Su un ramo di nocciolo è rimasto un hair tube utlizzato
recentemente per rilevare la presenza di scoiattoli che al
Caloggio non si sono mai visti, ma che potrebbero arrivare




Presso la testa del cavo e nei dintorni in questa stagione rispunta abbondante la consolida.


Proseguiamo verso l'ex invaso

Consolida anche sul sentiero parallelo alla risorgiva

Ciuffi verdissimi di erba cipollina

L'ex invaso

L'ex invaso, a differenza delle risorgive, riceve acqua esclusivamente dalla falda, che in questo periodo si è abbassata, o dalla pioggia. Il fondo è completamente asciutto.

L'ex invaso visto dal sentiero che lo costeggia a nord

Uno spezzone di pioppo cipressino ripiegato. Morto da
anni e in avanzata decomposizione, fino a qualche tempo fa
eraancora  eretto. Il legno morto è utile alla biodiversità.
Aggiriamo l'ex invaso fino a riaggiungere il lato sud


Al centro del bacino asciutto si gode il sole e la tranquillità... 
un felino domestico


Il Cavo Porro

Anche il Cavo Porro è pieno d'acqua. La superficie è parzialmente giacciata. Il ponte che lo scavalca è ulteriormente franato e intransitabile.


  É stato aperto un nuovo sentiero che permette di aggirare la risorgiva passando a sud, presso la via Verdi.

   
Qui qualche "genio dell'ecologia" ha cortesemente depositato
un bel sacco di immondizia.
Cartoni per pizza!
.

La risorgiva vista dalla via Verdi.
Sullo sfondo il ponte interrotto
Ci addentiamo nel "bosco dei bambini", da tempo rimasto isolato, privo delle cure e della manutenzione dei volontari e più facilmente accessible solo da poco, grazie al nuovo passaggio. Qui la vegetazione è cresciuta a dismisura e i sentieri sono impraticabili. In quella che una volta era una radura sono cresciuti fittissimi aceri negundi, alloctoni e infestanti.  Sembra che la zona sarà interessata da prossimi lavori del Parco.

Infiorescenze maschili di nocciolo


Campanellini estivi (da verificare) di qualche strana varietà
sono in fiore. Non si tratta di esemplari autoctoni. Nell'oasi ci
sono altri campanellini estivi che fioriscono ben più avanti. 



I sambuchi portano,  anche in pieno inverno, alcune foglie nuove e verdi.

Il ponticello chiuso sul Cavo Porro visto da ovest


Un frutto "tardivo" del cappello del prete. Di solito il seme si stacca prima. 

L'oasi


Lasciamo la zona delle risorgive e attraversiamo, un po' di fretta, l'oasi. Da vedere ci sarebbe sempre molto, ma occorrerebbero tempo e pazienza. Di appariscente non c'è molto, ma...


Al centro del bosco vecchio una piccola popolazione di bucaneve è in fiore. La neve potrebbe sempre arrivare.

.


Il legno morto di una quercia giace qui da quando è nata l'oasi, da oltre 20 anni

Nella zona dei campanellini invernali, non si vede spuntare ancora nulla.

Un piccolo ontano, mascotte dell'oasi, cresce
lentamente, forse perchè ombreggiato da robinie.   
Nel tratto dove l'oasi sbocca verso il prato umido i vontari sono impegnati a ripulire il sottobosco. Oggi faranno un grande lavoro: taglio delle piante alloctone che ostacolavano la crescita delle piante autoctone su tutto il lato nord

Assistiamo qui a una "battaglia aerea" o meglio di mobbing fra due cornacchie e un rapace, forse una poiana. Le cornacchie scacciano il rapace. Troppo lontane per una foto decente. 

Dal prato umido seguendo il Nirone

Attraversiamo il "prato umido",  raggiungiamo il Nirone nell'ansa e più avanti alla curva dove inizia il sentiero dei biancospini. Le acque sembrano limpide. La siepe dei biancospini è ora affiancata da una rete. Uno dei grandi pioppi morti è schiantato al suolo. 

Il prato umido guardando verso nord.

Il Norine scorre tranquillo. Il fondo si vede bene.


L'ammasso di rami del vecchio pioppo schiantato

Il canale scolmatore (CSNO)


Proseguono i lavori di ampliamento. Un nuovo ponte, con la luce più ampia, si prepara ad accogliere le acque del Nirone in sostituzione di quello vecchio. Il Nirone scavalca il Canale Scolmatore. Più aoc vest è stato rifatto anche il ponte pedonale.



Sullo sfondo a est il ponte ferroviario

A ovest il nuovo ponte pedonale

Il manufatto che con una cascatella reimmette a valle l'acqua nel Nirone
 dovrà essere modificato


Il ritorno

Il prato umido visto da nord. Sullo sfondo le due grandi farnie dell'oasi.

Un nocciolo in fiore presso una farnia nel prato della panchina

Bacche di rosa

Due piante di Arum presso il ponticello