domenica 13 aprile 2014

Domenica: replica delle visite per la Settimana delle Groane

Il cielo non è terso e non fa così caldo come nei giorni precedenti. La giornata ed il clima, ideali per una passeggiata all'aperto, favoriscono un insolito afflusso non solo di visitatori, ma anche sportivi ed escursionisti fra cui una organizzatissima comitiva di ciclisti proveniente da Lainate, rispettosa dell'oasi (che per questo ringraziamo) e con tanto di crocerossa al seguito...  in bici!  

Alle 10 si presenta una intera classe di  scuola primaria con docenti e genitori. Bambini attentissimi e preparati. É stato un vero piacere accompagnare questo gruppo, sebbene così numeroso e differenziato.

Altri seguono alle 11.30, alle 15 e alle 16.30.  Altri ancora giungono alla spicciolata.

La visita completa, che dura quasi tre ore, prevede alternativamente
  • un giro nell'oasi, con possibilità di raggiungere lo scolmatore del Seveso 
  • l'accesso alla zona delle risorgive.



L'oasi

La situazione non è molto cambiata dalla precedente giornata di visite, svoltasi quattro giorni fa. Sugli alberi si vede qualche fiore in più e nel sottobosco qualcuno in meno.

La flora nemorale ha infatti esaurito il suo ciclo. Gli alberi hanno cominciato quasi tutti ad emettere le foglie e la luce nel sottobosco arriva ormai attenuata. Durante le varie visite si scorge una sola anemone ritardataria. Riangono invece varie pervinche. I sigilli di Salomone stanno per arrivare alla fioritura. 

Lungo la via Caloggio un paio di ginestre sono in fiore. Alcune di queste morte sono state sostituite da una serie di prugnoli. Mentre alcuni volontari accompagnano le varie visite, altri si dedicano alla pulizia e alla cura della punta sud dell'oasi. 

I prugnoli appena piantati e le ginestre. Quelle a sinistra sono fiorite.

Il fiore della ginestra
Nell'oasi una delle specie arboree che si notano maggiormente in questo periodo è l'olmo che comincia a emette le foglie me ha la chioma ancora piana di frutti

La chioma di un olmo

Inconfondibili gli olmi in questo periodo per il coloredei semi.
Questi cadono come fiocchidi neve ad ogni folata di vento

Sul sentiero lungo il Nirone un esemplare di ciavardello, una specie vanto dell'oasi, sta per fiorire.Attualmente ne sono presenti più o meno cinque. Uno di questi preesisteva all'oasi.

La chioma del ciavardello

Una delle prime infiorescenze del ciavardello

Un bel piccione selvatico se ne sta appollaiato sopra le nostre teste


All'inizio del bosco vecchio un melo inselvatichito è carico di fiori bianchi

Qua e là nel bosco qualche biancospino è già in piena fioritura.

Un gelso si prepara a fruttificare

Il sentiero delle sette cascate e l'alzaia dello scolmatore

Non tutti gruppi riescono, per ragioni di tempo, ad inoltrarsi lungo il sentiero oltre l'oasi.

Alcune invece proseguono, visitano le vicine coltivazioni di frutti di bosco, si soffermano lungo il canale scolmatore, percorrono un tratto della sua alzaia, osservano i resti delle polveriera e rientrano dal cancello posteriore della zona delle risorgive.

I bancospini della lunga siepe che porta al canale scolmatore non sono ancora
completamente fioriti. Allo spettacolo mancano ancora alcuni giorni. Tuttavia
in alcuni tratti si cammina avvolti dai fiori. Si discute del profumo dei
biancospini. Da vicino sembra di sentire un odore non propriamente gradevole,
ma da una certa distanza il profumo è indiscutibile. Faccenda strana!

In primo piano le coltivazioni di frutti di bosco. In secondo la siepe di
biancospini. Dietro la quinta di robinie che costeggia il Nirone. Da questa
svettano una serie di grandi pioppi neri (o ibridi), per lo più morti, piantati
solo nel dopo guerra, nonostante le dimensioni ragguardevoli dei tronchi.  
Lungo l'alzaia si fa vedere una mininilepre. L'amibiente sembra trascurato, ma
forse proprio  per questo (l'erba viene tagliata una volta all'anno) abbindano specie
di un certo interesse come i gerani selvatici, le carote selvatiche, i bottoni d'oro
e le ortiche. Le erbe dei prati stabili (quelli che non vengono tagliati troppo
spesso) sono preziose per la vita di numerosi insetti.  

Lungo l'alzaia sono state piantate delle robinie con shelter e tutori. Qualcuno
ha fatto incetta di tutori, forse per riutilizzarli nel proprio orticello. Che dire?

Le risorgive

Maurizio illustra con divizia di particolari e riferimanti storici, che qui è impossibile riportare, le alterne vicende delle risorgive.

Da registrare che la bella popolazione di Stellaria holostea è già in fase di fioritura declinante. Un signore, appassionato ed esperto della flora del Parco, sostiene di non averla mai vista prima ed esprime tutto il suo apprezzamento.

In questa zona alcuni ritrovano con piacere il "bosco dei bambini" piantato fra il 2000 e il 2003. I noccioli, perfettamente vegeti, erano stati messi a dimora dai loro figli, che allora frequentavano la scuola primaria.  

Qui siamo al Cavo Litta con una delle comitive.

Altre osservazioni

Durante le visite non c'è molto tempo per foto. Approfittiamo della pausa pranzo per spingerci nella zona della radura. Qui nel corso della mattinata avevamo accompagnato un gruppetto che aveva voluto visitare lo stagnetto. Visti numerosi girini.

Nella radura,  sulla parte più alta e soleggiata del grande sambuco,  le prime fioriture

Su un fiore di lantana un insetto

Cosa mai sarà? Ci informeremo: Ecco: si tratta di  un Coleottero Cetoniidae,
Oxythyrea funesta. Si nutre di polline e "sembra che ci si butti dentro come
in una vaschetta di gelato
! :-)))". Grazie ad A. Piglia per il riconoscimento.

Altri...


Un gruppo di cilisti di Lainate hanno fatto capo all'oasi.
Qui in sosta nel prato della panchina.

L'ultimo gruppo del pomeriggio. Due signore al termine della visita si
sono spinte fino al laghetto delle ninfeee. I Bollatesi di antica data hanno
ravvivato le visite con i ricordi personali dei luoghi, i nuovi hanno approfittato
per farne conoscenza, informandosi sulle opportunità di frequientazione.

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