giovedì 8 ottobre 2015

A ben cercare...

Un giro al Caloggio è sempre piacevole, ma verrebbe da dire che in questa stagione di inizio autunno non ci sia nulla di particolare da vedere, a parte il verde e la tranquillità che dominano ovunque nel bosco.

Ma a ben cercare...


L'avvenimento più eclatante nei dintorni è EXPO 2015 che questo mese, il 31 ottobre, chiuderà i battenti.

Ecco, poco a nord dell'oasi, il canale che porta l'acqua al sito espositivo. É il terziario del Villoresi di Garbagnate, appositamente allargato da una cinquantina di centimetri a due metri. Quale sarà l'aspetto definitivo? Che ne sarà delle vie d'acqua? Per ora vediamo piantumazioni sulla destra e un percorso sterrato sulla sinistra.

Alla fine e all'inizio dell'oasi due striscioni richiamano l'EXPO. Anche il WWF ha detto la sua.

Il canale secondario, visto dal ponticello d'ingresso, delimita l'oasi.
Sulla sinistra un segno dell'EXPO che presto chiuderà.
Non lontano da qui un altro confine dell'oasi è segnato dal torrente Nirone. Oggi ha le acqua pulitissime. Defluisce verso Milano per vie chissà quante volte cambiate nel corso di due millenni. Alcuni affermano che si tratti dello stesso Nirone su cui  è sorta Milano.



I torrenti che scendono da nord verso la città, che un tempo costituivano una risorsa indispensabile, ora sono soprattutto un problema. Costretti dall'edificazione e intubati, nella stagione delle piogge, esondano a ripetizione.

Basta fare due passi verso nord oltre l'oasi per vedere i lavori di allargamento del canale scolmatore del Seveso.




Un'altra novità di quest'anno, registrata nei pressi dell'oasi, è la risalita dell'acqua di falda fino a rimpinguare le risorgive che erano a secco dal 1961. Non si sa se il fenomeno sia definitivo e se connesso alla deindustrializzazione. Guarda caso L'EXPO sorge su un'area dove, proprio in quegli anni, quelli del boom, si era insediata una raffineria.

Ma torniamo per un giro nella nostra oasi.  Qualcosa da vedere, a ben cercare, c'è anche qui.

Via Caloggio


Le foglie rosse sono delle fitolacca (Phytolacca americana)

Entrando nell'oasi


Fra le farnie, i sambuchi, gli aceri e i ciliegi, si vede solo
qualche foglia gialla. Meno ancora quelle a terra.


L'accesso alla radura è sbarrato da un pado (Prunus padus) ripiegato.
É uno dei pochi rimastidi quelli che costeggiavano il sentiero per la
radura sulla destra. Il pado qui non sembra particolarmente resistente. 

Le fronde di una robinia presso lo stagnetto sono avvolte da questo
rampicante. Cosa sarà mai?

Dritti davanti al ponticello

Torniamo all'ingresso dell'oasi e riprendiamo il sentiero lungo il Nirone.


Il verde domina incontrastato. Pochi i segni dell'autunno. Qualche anno fa le
chiome delle robinie si accendevano del rosso della vite del Canadà.
Costeggiamo il bosco nuovo su che è sulla sinistra. Il fogliame è ancora fitto e verdeggiante.

Il bosco vecchio 

In fondo al sentiero la stradina gira a sinistra e si immerge nel bosco vecchio. Qui l'acero di monte più alto dell'oasi faceva da sentinella ma era sofferente. Ora è stato tagliato. In compenso sono spuntati diversi piccoli aceri della stessa specie, oltre a numerosi polloni.


Un piccolo acero di monte (Acer pseudoplatanus),
nato spontaneamente
   

La grande farnia
Dicevamo che a ben cercare...
Qui assistiamo a un fatto curioso. Un tronco di quercia che giace a terra fin da oltre 20 anni non si è ancora decomposto. In una fenditura però...


... fanno capolino una famigliola di funghetti. Altri invece sporgono dal legno ritti verso l'alto. Non sappiamo di che specie siano. Ce lo diranno forse gli esperti. Sono fra i primi funghi visti all'oasi. Ricordiamo che qui è vietato raccogliere qualunque cosa.  





I castagni (Castanea sativa) hanno sofferto molto negli anni scorsi per il
cinipide, una piccola vespa che rovina le foglie, specialmente nell'oasi quelle
sui rami bassi. Si direbbe che la situazione stia migliorando.

Usciti dall'oasi siamo nel cosiddetto prato umido


Nessuna traccia ancora dei colori autunnali, ma probabilmente per poco.


Il cappello del prete (Euonymus europaeus) ha la bacche rosse.
Presto lo saranno anche le foglie

Qualche foglia del cappello del prete è già rossa.
Questa ospita una cimice. 

Lungo il sentiero dei biancospini

Proseguendo verso il sentiero delle sette cascate il lungo filare di biancospini ha numerose bacche. Ma la sorpresa è data da un vecchio pioppo morto da tempo ed ora schiantato al suolo.

Difficile dire se quelli lungo il Nirone siano pioppi neri o ibridi. Nell'incertezza li
identifichiamo come Populus sp.





Oltre lo scolmatore

Abbiamo già visto i lavori in corso. Notiamo un bel cespuglio di settembrini (?), visitati da un imenottero.



Sulla strada del ritorno

Passiamo dal prato della panchina


Qui ci sono bacche sullo spino cervino (Ramnus cathartica) e sulla rosa gallica


Fine della passeggiata

Il sentiero ci riporta all'ingresso dell'oasi

mercoledì 16 settembre 2015

Prossima giornata di lavoro

Dopo la pausa estiva riprendono le giornate di lavoro mensili: 

la prossima domenica 20 settembre

martedì 30 giugno 2015

Verde, caldo e libellule a gogo


L'oasi è molto verde. Questo inizio di estate non molto calda e bagnata da frequenti acquazzoni ha probabilmente favorito la crescita della vegetazione.

Il sentiero lungo il Nirone. I frutti del sambuco cominciano ad arrossarsi.


Tutti i bacini d'acqua, canale secondario, torrente Nirone, risorgive Litta e Porro e stagnetti vari sono ben alimentati. Anche l'ex-invaso conserva ancora molta acqua sul fondo, peraltro limpidissima.

Volontari al lavoro


Oggi è giornata di lavoro e si provvede a sistemare la radura, sotto i fili dell'alta tensione e sul canale secondario che costeggia la via Caloggio.


Libellule e altri insetti


Moltissime le libellule e particolarmente abbondanti le Platycnemis pennipes in pieno periodo riproduttivo.
Non mancano le Caloptery splendens, le Anax imperator e altre specie non identificate. 

Calopteryx splendens maschio, solitamente abbondante al Caloggio
grazie alla presenza di acque correnti abbastanza pulite.

C. splendens femmina illuminata dal sole in controluce.

Coppia di P. pennipes in ovodeposizione in tandem

Altro tandem di P. p.

Idem

Idem

Femmina

Coppia in tandem. Il maschio sembra sorreggersi sul collo della femmina.

P. pennipes maschio immaturo (?)

P. pennipes femmina

Altri nsetti


Una comune farfalla

Mosca scorpione, Panorba sp.

Le acque

Dicevamo che quest'anno le acque sono abbondanti. I due cavi sono pieni ed è ancora pieno da quast'inverno l'ex- invaso.    Qui  sta avvenendo una mutazione della flora e della fauna che non si era mai vista. Se l'acqua permarrà sarà interessante vedere come si evolverà l'ambiente. Per ora le robine sono morte. La fauna che sembra aver colonizzato il bacino è costituita da libellule, rane e da una famigliola di gallinelle. Sui rami secchi di robinia svolazza un gruppetto di codibugnoli.

Il Cavo Porro in direzione di via Verdi


Ex invaso. Clicca per vedere la foto panoramica ingrandita


Codibugnolo su rami di robinia morta nell' ax invaso

domenica 24 maggio 2015

La giornata delle oasi

Al Caloggio non si aspettano le grandi di folle, Si tratta di un Oasi piccola, che vive esclusivamente sul lavoro di pochi volontari. Alle TV regionale ogni anno, in occasione della Festa delle Oasi, sentirete parlare dell'Oasi di Vanzago e di altre ben più grandi e attrezzate.
Detto questo, lungi da noi l'idea di sminuire l'importanza del Caloggio, punta sud del Parco Regionale delle Groane, sempre ben curata, a costo zero per la comunità (se questo vi sembra poco!) e mai priva di sorprese per chi apprezza la natura e la sa osservare, cosa non facile per chiunque. 

Mentre gli altri volontari accoglievano qualche gruppetto di visitatori abbiamo portato in giro un giovane ospite, Gianluigi, ed ecco un resoconto parziale (difficile fare le foto mentre si parla).

Rosa di origine incerta

Appena entrati nell'oasi è impossibile non notare sulla destra un gruppo di rose rampicanti. Probabilmente non sono spontanee, ma un residuo delle coltivazioni che occupavano il terreno prima del 1993, quando nacque l'oasi.

Priprio ieri a Palazzo Reale a Milano si è svolto il convegno su 

 "BIODIVERSITÀ NELL’ANNO DI EXPO: LA STRAORDINARIA FLORA LOMBARDALink

che ha visto la partecipazione di illustri botanici. Fra questi Enrico Banfi ha discettato sul tema "FLORA ESOTICA DI LOMBARDIA: SPUNTI INTERESSANTI NELL’INELUDIBILITÀ DI UNA CONVIVENZA". Ha parlato della difficoltà crescente nel contrastare l'immissione delle specie esotiche. Alcune sono invasive e sicuramente dannose, come ailanto, il pruno serotino e altre (che all'oasi sono rigorosamente combattute), altre non lo sono. Anzi a suo dire alcune, come ad esempio la robinia, sono in grado di arricchire la biodiversita, utili soprattutto dove le specie nostrane non riescono a colonizzare i terreni più degradati. Si è trattato di un discorso interessante, ma anche difficile da cogliere nelle sue sfumature. Attenderemo la pubblicazione degli atti.

Nel frattempo mettiamo in copertina la nostra rosa, di origine incerta. Forse non arricchirà di molto la biodiversità dell'oasi, ma da oltre 20 anni continua a crescere e a fiorire, senza fare danni. É apprezzata dai visitatori e da numerosi insetti impollinatori.

Zona risorgive 

L'acqua è sempre presente nell'ex invaso. Da tempo è spuntato un acero. La forma della foglia a lobi acuminati fa pensare all'acero riccio, che sarebbe una nuova specie per l'oasi. Qui sono presenti dei bei cespugli di ligustro nostrano, oggi in fiore.  Purtroppo il ponte in mattoni è pericolante e non è possibile raggiungere la zona ovest.

Da quest'anno l'ex invaso mantiene l'acqua sul fondo.

Una folgia di acer... riccio? Sembra proprio di sì: Acer platanoides


Fiori di ligustro nostrano (Ligustrum vulgare)

L'Oasi


Alcuni volontari all'ingresso  dellì'Oasi

Visitatori al banchetto

Una libellula comune: Platycnemis pennipes

Cespuglio di rosa canina nel prato con la panchine


Oltre..  verso il Castellazzo

I lavori di ampliameno dell' Scolmatore del Seveso sembrano provcedere a rilento.

Quelli per il terziario del Villoresi, che porta acqua all'EXPO sono invece terminati, almento per la parte idraulica. L'acqua adesso scorre abbondante anche nel secondario, quello cha lambisce l'oasi.

Sentieri, piste ciclabili e piantumazioni sono in attesa (da verificare). L'EXPO dista meno di 3 km in linea d'aria dall'Oasi.

Il laghetto delle ninfee, contrariamente alle previsioni mantiene bene l'acqua. Fiorite le ninfee (esotiche)  e vista una bella libellula (nostrana).  


Lavori sul canale scolmatore (CSNO)

Il canale secondario del Villoresi nei pressi del laghetto delle ninfee

Ninfee in fiore nel laghetto


Libellula fulva maschio in vedetta sul suo posatorio. Questa specie è molto
territoriale e scaccia ogni altra libellula. L'azzurro dell'addome è dovuto a
una specie di polverina (pruinosità). A metà addome la pruinosità manca,
segno di una accoppiamento con una femmina che si è aggrappata lì


Il ritorno

Mentre gli altri volontari si occupano di accogliere e guidare dei visitatori c'è chi non sa stare con le mani in mano e continua a lavorare...  nell'ombra (ma questo solo per inabilità del fotografo). 


   

martedì 19 maggio 2015

24 maggio - giornata oasi


 
 

Una grande festa per la Natura.


Moltissime iniziative per grandi e piccini nelle circa 100 Oasi aperte gratuitamente con  esplorazioni di fiumi e boschi, avvistamenti di animali, bird watching, fotografie e attività all’aperto, liberazioni di  rapaci e tartarughe marine e poi spettacoli, concerti tradizionali, pic-nic, mercatini biologici.

Per informazioni vista il sito del WWF Italia: http://www.wwf.it/giornataoasi.cfm