domenica 15 novembre 2015

Accade in autunno

Il ponticello nuovo e altri lavori

Accade in autunno che all'oasi arrivi un nuovo ponticello d'ingresso. É posato su tre tronchi di robinia tagliata in loco, si suppone, roba quasi autarchica.

I lavori a cura, del Parco,  che per ora hanno riguardato tagli di robinie sul lato sinistro della via Caloggio, sembra che debbano procedere all'interno della zona recintata. Vedremo.






Oggi i volontari hanno provveduto ad estirpare ricacci di pruno serotino nel bosco vecchio, ad eliminare i rami a rischio e gli spuntoni pericolosi lungo i sentieri..

Ricacci di Pruno serotino (Prunus serotina)
Hanno poi, nel pomeriggio, tagliato rovi fra il rimboschimento (bosco nuovo) e il bosco vecchio e presso l'ingresso nord dell'oasi, senza dimenticare altre piccole sistemazioni .

L'autunno, come di norma


Accade ad ogni autunno che le foglie si colorino e poi cadano: banale. Ma è sempre bello vedere le chiome che si colorano sempre più, che si diradano aprendo il bosco alla luce e il terreno che si copre di foglie. Uno spettacolo in continuo divenire.





Nel bosco vecchio un tronco chiaro e lucido rivela la
presenza di un altro castagno (Castanea sativa). Le foglie
lo confermano. Quest'anno la specie soffre meno
l'infezione da cinipide. 


Le foglie cadono ovunque...

L'autunno è in tavola

Dopo un inizio novembre, insolitamente soleggiato e secco, sono arrivati giorni nebbiosi. Non per questo il bosco è meno colorato. Su Facebook vediamo questa bella foto: da completare

Lettiere d'autunno 

Una cosa stupisce nell'oasi è la diversità del sottobosco.
Il substrato del suolo non è mai uguale. Di certo nel bosco vecchio è più ricco di humus, ma anche lì ci sono vistose differenze. Perchè? Le lettiere che si formano qua e là, in questa stagione, ci suggeriscono visivamente qualche spunto per una possibile risposta. 
 
Foglie di cerro (Quercus cerris)

Foglie di nocciolo (Corylus avellana)

Foglie di ciavardello e farnia

Foglie miste presso l'ex invaso (olmo e acero di monte)
Sotto le foglie anche qualche fungo.


Bacche e frutti

Sempre nella norma, ma non meno interessante è qualche bacca autunnale che si può osservare.

Viburno (Viburnus opulus) lungo la via Caloggio

Lo stesso che sopra

Bacche di Cappello del prete (Evonimus europaeus)

Da notare il seme giallo che sta per uscire dal frutto rosso ormai maturo

Sigillo di Salomone con le sua bacche nere allineate
A proposito del sigillo di Salomone un signore con figlio piccolo, al pomeriggio, ha raccolto le sue bacche (nell'oasi sarebbe vietato raccogliere qualunque cosa) convinto che fossero di mirtillo.

Fortunatamente i volontari consultati, lo hanno avvertito del pericolo. Queste bacche sono velenose. E così molti altri vegetali nell'oasi. Inutile fare qui un elenco che potrebbe indurre ad una falsa sicurezza.

Dell'episodio se ne è parlato su Facebook qui: da completare

Quanto ai frutti per la verità se ne è visto uno solo, una nocciola. Di solito le nocciole spariscono a inizio estate, quando sono ancora immature, divorate da qualche animaletto, forse dai ghiri. Questa è una eccezione.


Fiori

Il Caloggio è costituito da un ambiente essenzialmente boschivo e i fiori più interessanti sono quelli che spuntano a fine inverno, prima che le chiome degli alberi, ancora senza foglie, si prendano tutta la luce. 

Tuttavia ben cercando qualche fiore, o bocciolo, decisamente poco vistoso, è possibile trovarlo, sia nel sottobosco e nei chiari, che sugli stessi alberi.

Sul sentiero lungo il Nirone ecco alcune silene.




Lungo la riva del secondario una Galinsoga sp.e una Bidens sp. (forbicina). Sono erbe selvatiche molto comuni. La forbicina difficilmente fiorirà. Difficile capire se si tratta di quella nostrana (Bidens tripartita) o di quella di origine americana, invasiva e diffusa ovunque (Bidens frondosa).




Fiori sugli alberi 

Alcuni agrifogli (Ilex aquifolium) portano sulle ascelle fogliari delle piccole protuberanze. Le fioriture dovrebbero schiudersi nella primavera avanzata. 



I noccioli hanno degli amenti penduli che a fine inverno fioriranno. Nella foto si vedono anche delle gemme.


Alberi nuovi e vecchi

Girando per l'oasi l'attenzione è caduta su alcune specie, che in questa stagione si sono fatte notare. Fra queste ci siamo soffermati su ciavardelli, frangole, acero riccio (ce n'è uno solo), aceri di monte, farnie, carpini, castagni e ciliegi.

Ciavardelli

Nell'oasi i ciavardelli (Sorbus torminalis) adulti si contano sulle dita di una mano. Sembrano godere di ottima salute. La novità di quest'anno è che per la prima volta si sono riprodotti spontaneamente: ne sono spuntati un paio.
Seguono le foto di un esemplare adulto, di uno più giovane e di un nuovo nato dell'anno, tutti sul sentiero lungo il Nirone, quello davanti al ponticello. 





Frangola

Anche  le frangole (Frangula dodonei), come i ciavardelli sono pochissime al Caloggio. Sono una pianta tipica del Parco delle Groane ma crescono prevalentemente in zone aperte. Comunque ecco qualche foto, anche delle foglie che in questa stagione diventano di un bel giallo. Le frangole sono nutrici del baco della cedronella.




 

L'acero riccio e e gli aceri di monte

L'acero riccio (Acer plataniodes) è l'unico esemplare di questa specie al Caloggio, nato spontaneamente. Per questo lo teniamo d'occhio. Cresce rapidamente e il colore delle foglie ci sembra bellissimo.

 

Nell'oasi ci sono vari aceri di monte (Acer pseudoplatanus), specie molto simile alla precedente, tutti piuttosto giovani. L'unico acero di monte adulto è stato tagliato perché sofferente. Sembra che questa specie non se la passi benissimo qui e che vegeti molto meglio nella parte nord del Parco delle Groane.

Farnie e carpini

Nel bosco vecchio ci sono due farnie (Quercus robur) anziane che svettano sull'oasi. Nell'estate 2014 era caduto un ramo enorme della farnia a est, senza alcun apparente motivo.

Ci siamo accorti che anche la farnia ovest ha perso recentemente un ramo. Cadendo dall'alto si è appoggiato a terra con le fronde ed è rimbalzato verso il centro del bosco. Abbiamo verificato che la rottura non è stata causata dai picchi. Anche questa volta la causa resta ignota. Non è insolito comunque che grossi rami possano cadere da un albero. Gli olmi inglesi sono noti per questo fenomeno.


   
 


Per i carpini (Carpinus betulus) si teme che siano affetti da qualche strana malattia che ogni tanto fa morire una pianta adulta. Al momento una sembra sofferente. Negli anni scorsi ne sono morte diverse.

Ricordiamo che farnie e carpini dovrebbero caratterizzare l'ambiente boschivo nostrano.

Ciliegio

Sempre lungo il sentiero lungo il Nirone, poco prima dei ciavardelli, un cilegio (Prunus avium) nato spontaneamente una decina di anni fa è morto. Con una piccola spinta per controllarne la consistenza è subito caduto. Evidentemente costituiva una minaccia per i passanti.


La fauna

Per finire due parole sulla fauna. Durante i lavori si è sentito distintamente il rumore del picchio. Nel cavo Porro queste due coppie di germani. Nell'ex invaso una coppia di germani e una gallinella. 




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