Dal fondo de prato umido appare lo skyline dell'oasi, sovrastato dalle due grandi farnie. Da qui tutte le chiome in controluce appaiono piuttosto diradate |
Si lavora nella radura per rimuovere i resti di un paio di alberi, già tagliati dagli addetti alla manutenzione della linea ad alta tensione. Si tratta di un olmo e di una farnia. I rami più piccoli vengono accatastati per dare rifugio alla piccola fauna. Il tronco viene lasciato a terra per incrementare la presenza di legno morto, importante fattore di biodiversità. Un esperto entmologo (Paris) ci consiglia di posizionarlo a mezz'ombra per favorire l'insidiamento di insetti e particolrmente di coleotteri.
Segue un giro di perlustrazione, mentre altri volontari proseguono i lavori che saranno ripresi anche al pomeriggio, fino all'imbrunire.
Al pomeriggio infatti ci dicono che sono arrivati rinforzi, così che si è riusciti a sistemare completamente la radura sotto la linea elettrica.
Carlo con il decespugliatore ha tagliato l'erba e i rovi e noi abbiamo tolto le
ramaglie di due grossi sambuchi, crollati due anni fa per le nevicate.
Ripulita la radura bisognerà pensare cosa fare.
O
lasciarla cosi come è e fare un taglio dell'erba una volta all'anno in
questa stagione o rimboschirla con noccioli e gelsi, da tenere i primi a
ceduo e gli altri a capitozza per non far crescere più l'erba.
Si deciderà prima della primavera...
Durante la perlustrazione si cerca di vedere se alcune piante hanno perso completamente le foglie. Sul sentiero per la radura un biancospino e un acero (Acer campestris) ne hanno ancora poche in alto. A metà del sentiero lungo il Nirone, sulla sinistra una farnia è completamente spoglia, ma si direbbe morta.
A parte poche eccezioni, quasi tutti gli alberi e gli arbusti sono ancora nella stato vegetavivo. A terra non si vedono tappeti fitti di foglie. Lo sguardo non attraversa l'oasi come succede in pieno inverno, ma le chiome, viste in controluce, appaiono diradate. Siamo intorno al 50% della caduta?
Oggi è con noi una appassionata di entomologia (M. G.). Ci dice che ormai sono pochi gli insetti che si possono vedere in azione. fra questi i sirfidi che sono dei piccoli ditteri mimetizzati da imenotteri come quello fotografato la volta scorsa.
Foto al muschio della grande farnia che finalmente mostra un carpoforo. Foto a quelli che credevamo licheni e a quanto pare sono funghi.
Al canale scolmatore vediamo un gruppetto di asteracee, simili alla camomilla. Sono gli unici fiori visti. Niente fiori, niente insetti, niente libellule.
All'avvicinamento della risorgiva un airone cenerino, che non ci aspettavamo, si invola davanti ai nostri occhi. Anche questa volta a perdiamo l'occasione di una bella foto.
La visita si conclude per noi con l'avvistamento sulla via Caloggio dell'unica libellula della giornata. M.G. ci spiega che sebbene le libellule si possano vedere fno ai primi di dicembre, in un periodo così piovoso è facile che decedano in anticipo per mancanza di cibo. Le libellule si cibano esclusivamente di altri insetti. In mancanza di questi...
La nostra appare vecchia e logora. Lo si deduce dalle condizioni delle ali, piuttosto malandate.
Un biancospino (Crataegus monogyna), ma solo questo, è quasi spoglio |
Un acero (Acer campestre) quasi senza foglie. Altri della stessa specie le hanno ancora. |
Su un ramo morto a terra sembrava un licheno, ma pare che sia un fungo. |
Sulla corteccia delle grande farnia a est (Quercus robur) finalmente un carpoforo che forse ci permetterà di farla determinare |
Una piccola farnia nel prato umido (e oggi fangoso) è piena di galle |
All'ex orto un alberello morto è ricoperto di funghi bianchi. Cosa mai saranno? |
Verso il ponticello gli Arum in questa stagione hanno delle belle foglie |
L'unica libellula vista: un Sympetrum striolatum. L'ala posteriore destra è vistosamente lacerata. |
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