lunedì 15 dicembre 2014

Ultima giornata di lavoro del 2014

Ieri lavori al Caloggio e... sopralluogo fotografico. In sintesi

Stato delle acque

Riscontrate tracce evidenti delle continue piogge recenti e anche di quelle eccezionali del 15 novembre (di un mese fa). Il prato umido è completamente scurito per i continui ristagni. Sembra che la falda sia salita, ci si chiede se temporaneamente o meno. Tempo fa era a 12 metri di profondità. Ora sembra raggiungere il livello del fondo delle risorgive e dell'ex invaso.

Sarebbe la prima volta dagli anni 60 che le risorgive riprenderebbero a funzionare. Pare che sia proprio così per il Cavo Grande a est dell'oasi.   



L'ex invaso non si è mai visto così allagato e anche i fontanili presso l'oasi sono pieni più di quanto le piogge di questi giorni possano consentire. Tutta la superficie del Cavo Litta è coperta d'acqua. Il Cavo Porro è pieno fino a metà della parte a nord del ponte. Staremo a vedere.

Lungo il Canale Scolmatore delle Piene di Nord Ovest (CSNO) permangono i segni della furia delle acque che sono state fatte passare per alleggerire l'esondazione del Seveso. Lungo l'alzaia un deposito di massi di pietra fa pensare a lavori imminenti.

L'ex invaso allagato


L'ex invaso insolitamente allagato

L'ex invaso allagato

Il prato umido alberato

Anche questo è un segno inconsueto delle abbondanti piogge dell'autunno scorso
  
Sotto gli alberi il prato è marcito per l'insolito ristagno d'acqua

Il Canale Scolmatore delle Piene di Nord Ovest

Evidenti i segni lasciati dal passaggio delle acque torrenziali di metà novembre

Vista verso ovest

Vista verso est

Cumuli di rifiuti, un tronco e una grande lastra di cemento si sono fermati in
corrispondenza del manufatto che permette al Nirone di scavalcare il canale

Un cumulo di massi, forse in attesa di qualche impiego

Sentieri  

Sempre interrotto l'accesso alla parte ovest della zona dei fontanili per il cedimento del terrapieno del ponte.

Verdisssimo il prato della panchina. Le uniche foglie sulla vegetazione
del bosco sono della rosa canina e e dell'edra

Flora arborea e arbustiva

Il legno morto


Tagliati su indicazione del parco alcuni alberi di riferimento per la loro specie. In particolare un salicone (Salix caprea), l'esemplare più grande dell'oasi, pericolosamente pendente sul sentiero 7  e un  acero di monte (Acer pseudoplatanus) all'inizio del bosco vecchio, sul sentiero 3. Anche questo era il più grande della sua specie, fortemente danneggiato dalla siccità dell'estate 2013, non si era più ripreso e, sebbene non ancora morto, costituiva un pericolo.

Il sentiero 7 che dal ponticello porta al prato della panchina era caratterizzato
da un salicone molto inclinato. Ritenuto pericoloso dagli addetti del
parco è stato tagliato. Sulla sinistra della foto si vedono i residui.


Quando possibile tronchi e rami vengono lasciati a terra per incrementare
la biodiversità. Questo un tronco di farnia giacente da molti anni.

Chiome e foglie


La maggior parte delle chiome è ormai spoglia.  I gelsi della radura stanno perdendo le foglie proprio in questi giorni e così i noccioli (Corylus avellana). Solo qualche carpino (Carpinus betulus) e qualche corniolo (Cornus mas) mantengono il fogliame completamente colorato. Lo mantengono ancora verde i rovi, le rose, i ligustri, l'edera, le felci, i muschi ed il gigaro (Arum sp.), oltre ovviamente ai sempreverdi, come i pini silvestri, i tassi e gli agrifogli .

Il ligustro conserva le foglie nonostante il freddo
perché è di una specie esotica (Ligustrum sinensis)

Il bosco nuovo visto dal prato della panchina.
Solo un carpino conserva il fogliame ocra

Foglie di nocciolo cadute da poco tappezzano il terreno

Le ultime foglie pendono dal castagno. La pianta è affetta dal cinipide,
tuttavia sopravvive discretamente.

Bacche


Finalmente sono maturate della bacche su un grande agrifoglio. É la prima volta che l'agrifoglio fruttifica così.  Altre bacche, ma queste più scontate, su biancospini ed evonimi.

 
Finalmente un agrifoglio (Ilex aquifolium) fruttifica in modo significativo

Bacche dell'agrifoglio: dettaglio

Le bacche del cappello del prete (Euonymus europaeus)

Bacche della rosa canina

Gemme

Già evidenti le gemme invernali sui cornioli, sui carpini e sui noccioli.

Ultime foglie sul corniolo e già le gemme invernali

Gemme invernali del corniolo

Sottobosco

Numerosi i  funghi. Nell'oasi è vietata la raccolta. C'è chi è riuscito a raccogliere lo stesso e i funghi detti "della nebbia" che sarebbero tossici per il fegato. L'oasi è una riserva di biodiversità e non un orticello per improvvisati avventori che non rispettano l'oasi, il lavoro ventennale dei volontari e nemmeno se stessi.

Funghi    

Una fila di funghi delle nebbie lungo il sentiero delle sette cascate

Dettaglio di un fungo delle nebbie

Piccoli funghi ai piedi di un grande pioppo lungo il Nirone

Funghi sul tronco di un grande pioppo cavo lungo il Nirone


Idem: dettaglio


Fiori selvatici


Un paio di fiori fuori stagione sono una piccola sorpresa.

Silene

Ranuncolo


Fauna 

É in corso la ricerca di tracce degli scoiattoli. Per ora nessuna evidenza della loro presenza, come del resto l'esperienza dei volontari. Lo scoiattolo rosso, molto elusivo, è presente più nord nel Parco delle Groane (anche nell'atra oasi del Fosso del Ronchetto di Seveso) e lo scoiattolo grigio, più confidente è apparso in alcuni centri urbani della zona.

Hair tube per rilevare la presenza di scoiattoli

Numerosi gli uccelli  nell'oasi. Germani nelle risorgive. Martin pescatore, inconfondibile per la livrea blu cobalto, avvistato nel'ex invaso. Intravisto un picchio rosso. Vista e fotografata una spiumata provocata probabilmente da un rapace, forse un allocco. Nessuna risposta alla ricerca del picchio rosso minore. A est dell'oasi sentito un grande clamore di cornacchie. Molti anche i merli presenti ovunque.

Secondo l'ornitologo W. Sassi (che ringraziamo) si tratta di una spiumata
di colombaccio. Il predatore potrebbe essere stato uno Sparviere femmina
o una Poiana

Post da rivedere e foto da aggiungere

lunedì 22 settembre 2014

Una camminata per la tutela del paesaggio

Accolto ieri mattina un gruppo numeroso, proveniente da Piazza della Resistenza di Bollate. Qualche breve spiegazione sulla nascita dell'oasi nel prato della panchina e poi via tutti verso il Castellazzo.


Altre soste nei seguenti punti:
  • inizio del percoso delle 7 cascate, dove nei pressi sarà allargato il canale terziario per portare l'acqua ad EXPO 2015. Lavori di sistemazione sarebbero in corso in zona Varesina. 
  • laghetto delle ninfee
  • fontana della Corte Case Nuove nel borgo del Castellazzo, meta finale.
La camminata era organizzata dagli "Amici di Castellazzo" assieme al "Comitato di piazza della Resistenza" per manifestare la volontà di tutela, conservazione e cura del territorio bollatese.

Nel prato della panchina: breve presentazione dell'oasi, nata nel 1993
dall'impegno di un gruppo di volontari del WWF che proseguono nella loro
opera occupandosi anche di aree limitrofe.
Superato il canale scolmatore ci si avvia lungo il sentiero delle 7 cascate che
costeggia il canale secondario del Villoresi. Poco a monte sarà prelevata l'acqua
per EXPO 2015. Prossimo l'avvio della risistemazione di canali e sentieri.

Al laghetto delle ninfee

Maurizio illustra uno dei luoghi natralisticamente più interessanti della zona


Magliette e cartelli indicano il significato della camminata

Arrivo alla fontana della meta, al Castellazzo

venerdì 5 settembre 2014

Oggi visita al Caloggio.

Dopo un'estate che non è sembrata tale per le piogge, le temperature miti e i cieli scarsamente soleggiati ritroviamo un oasi molto verde.
Alcuni sentieri poco battuti sono quasi chiusi dalla vegetazione e le farnie, che due estati fa avevano sofferto per il caldo, si sono riprese e sono ora in gran salute.

Alcune pante tuttavia hanno sofferto. I ciliegi per esempio hanno perso molte foglie già da agosto. Probabilmente l'umidità ha favorito uina malattia fungina che produce questo effetto.  Non dovrebbe però avere conseguenze durature.

Stranamente alcune robinie, che da anni hanno colonizzato l'ex invaso, mostrano parecchio seccume. Probabilmente lì si è formato per qualche periodo un ristagno d'acqua che ha messo in sofferenza le radici.

Vediamo la situazione.

Via Caloggio


Nella siepe di carpino che costeggia la via caloggio ritroviamo un esemplare di bagolaro. Questa specie che sembrava scomparsa si è presentata spontaneamente con vari individui. 


Bacche di viburno pendono sul secondario
del Villoresi, ma anche altrove nell'oasi


il primo dei 4 olmi che che affiancano il ponticello
d'ingresso all'oasi ha perso molte foglie.

L'ingresso dell'oasi

Il Cavo Litta


Ci addentriamo nella zona recintata alla sinistra della via Caloggio.
 



Il guscio rotto di una nocciola nella corteccia di una robinia. L'autore è
un picchio che fissa così la nocciola prima di aprirla con il becco.
 
La foglia di un acero nato spontaneamente

Bacche di lantana

L'ex invaso



I nuovi rametti del ligustro nostrano sono eretti e ben sviluppati, mentre i
rametti più vecchi sono ricadenti e hanno le foglie più piccole. 

Il cavo Porro

Il cavo risulta abbastanza pieno anche nella parte a nord del ponticello
solitamente è asciutta.  

Un ramopicante alieno: il sicio (Sicyos angulatus), già visto lo scorso
anno nella tessa zona. Evidentemente non è stato debellato.